domenica 8 febbraio 2009

buddismo

P.Martinetti: La sapienza indiana. Pag.74
La poesia monastica buddista respira la gioia della meditazione nella pace della solitudine: ‘quando in cielo rugge la tempesta e torrenti di pioggie riempiono le vie dell’aria il monaco, in una caverna della montagna, si abbandona alla meditazione: no, non può esservi gioia più alta. Sulle sponde dei fiumi ornati di fiori, incoronati dalle ghirlande verdi delle foreste, egli è seduto immerso nella meditazione: no, non può esservi gioia più alta’.

Weil Q.III
Per gli occidentali inclini alla violenza il redentore divino doveva essere una vittima. Per gli indù inclini alla passività doveva essere re e guerriero. (p.209)

Razionalità = relazione. Contatto. Sua assenza = monologo incomprensibile. E’ l’utilizzo del segno-parola secondo un ordine non compreso dalla comunità. Comunità (InPasqualotto ‘Illuminismo e illuminazione’ a pag 108) nel buddismo è ‘sangha’ termine di vasto significato

“Il Nulla Zen lo si può afferrare solo in una propria esperienza immediata” (pag 12)
Maffei

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