domenica 8 febbraio 2009

mistici

Walichi. Dalle ‘memorie del sottosuolo’ di Dostoevskij: la censura colpisce i rimandi a Cristo, non le bestemmie contro di lui. Sono i mistici quelli che il potere non può sopportare

Echkart (secondo Schopenauer a pag64 di ‘O si crede o si pensa’) impartisce gli stessi insegnamenti di Budda solo che non gli è possibile esporre in forma chiara i propri pensieri perchè è costretto a tradurli nel linguaggio e nella mitologia del cristianesimo.
La società tecnico-liberista con la sua visione intellettualistica, ha eliminato ogni aspetto mistico della vita e, se è divenuta accessibile ad un numero sempre maggiore di persone, ha perduto nella sua trasparenza mondana il contatto con le forze invisibili dello spirito.’ ( in G.Cantillo: ‘Ernst Troeltsch’ pag60)

Bergson . Le due fonti dela morale e dedlla religione. Pag.183.
“la religione è rispetto al misticismo ciò che è la divulgazione rispetto alla scienza” Pag.182: “IL misticismo non dice nulla a chi non l’abbia vissuto.”La divulgazione scientifica non dice nulla della scienza? “ Quello che il mistico si trova davanti è una umanità preparata a intenderlo grazie ad altri mistici, invisibili e presenti nella religione che egli insegna. Di questa religione è peraltro impregnato il suo stesso misticismo. E la sua teologia sarà in genere conforme a quella dei teologi. E questo gli sarà facile perchè la teologia ha precisamente captato una corrente che ha la sua sorgente nel misticismo.”
Non è vero che la teologia serve al mistico, può essere vero il contrario. I teologi hanno condannato i mistici, vedi Meister Echkart. Ricorda cosa dicono gli esicasti a proposito dei sillogismi di San Tommaso ( in DeLibera. Filos.Medievale)
182: noi ci rapresentiamo la religione come la cristallizzazione operata da un sapiente raffreddamento di ciò che il misticismo depone di ardente nell’anima dell’umanità.”
Occorre capire quanto sapiente sia questo raffreddamento. I teologi sarebbero i raffreddatori, ma quanto ne capiscono? (Vedi DeLibera)


Maffei: Le tre notti:
“Il Nulla Zen lo si può afferrare solo in una propria esperienza immediata” (pag 12)


“Se l’esasperazione dell’autonomia del mondo cosciente può condurre quest’ultimo all’illusione di trovare il proprio fondamento in sè, a un’idolatria della coscienza da parte di se medesima,
è grazie al distanziamento, al raggiungimento di una posizione indipendente, che la coscienza può generare l’esigenza di un confronto con ciò che non le appartiene.
E’ questo il momento fondante di ogni esperienza mistica, in cui la coscienza si apre alla non-coscienza, al luogo nullo e creativo “ (36)

Ebbrezza di senso. (Gargani in Vattimo-Derrida: Religione e....)
Il negativo è ciò che non controllo. E’ l’esperienza erotica in Sant’Agostino, e l’orgasmo, il suo momento sublime .


D’eramo in L’elicottero e lo sciamano (p.168) :
ecco una foto del passato: un vecchio contadino, siede sul muretto di una strada provinciale nelle montagne del sud Italia. è solo. guarda il cielo. Ma tace. Ascolta i suoni del silenzio, non fa nulla, vive e basta.
Noi abbiamo perso questa capacità di stare, di essere e basta. Se non stiamo parlando a qualcuno, facciamo una telefonata, ascoltiamo un cd, accendiamo la radio, o guardiamo la tv, o leggiamo, quando non facciamo due cose insieme: leggiamo un libro e insieme ascoltiamo musica, telefoniamo e insieme giochiamo a un videogame. Un tempo comunicare era un evento significativo nella vita di tutti i giorni. Adesso è lo stato-base, il silenzio è divenuto insopportabile”

Sholem pag 125: Sabbatai Zevi: era necessario ricondurre alla loro patria le varie scintille del sacro che erano andate disperse fra i vari popoli della terra. Così fu spiegata la sua apostasia e conversione all’Islam.




Per Coppo non è più tempo di paventare un rischio di crisi della presenza collegato ad esperienze estatiche, (Psiche e Culture pag 150):
“dagli anni ’50 del Novecento il contesto è mutato. Allora, la crisi portava il rischio che l’essere culturalizzato venisse sospinto nel naturale; oggi è più facile smarrirsi nell’ambiente artefatto in cui un numero crescente di umani si trova ad evolvere; e lo smarrimento non assume i contorni della catastrofe, ma di un assetto destinato a durare, a farsi cronico, incoraggiato dalla cultura dominante, anche se rimane catastrofico rispetto al modello dell’uomo che si sceglie attivamente. D’altra parte il contesto in cui visse DeMartino poneva dei limiti all’incontro con il numinoso di R.Otto – il tremendum-fascinans; umanizzarsi voleva dire emergere dalla natura, prendere distanza da essa. Oggi il diverso contesto consente di valorizzare i momenti in cui ci si ‘sporge fuori’ dalla cultura. Per esempio i vari rituali estatici, i dispositivi di produzione di stati non ordinari di coscienza, le esperienze dette di ‘vetta’, l’uso ritualizzato di droghe enteogene ec., non si traducono più in un indebolimento della presenza ma in un suo arricchimento”

Lo stato di felicità provocato dall’estasi
Natoli. La felicità pag 214.

Paolo: non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? (1 cor.19-20)

Keats: bisogna avere una forte personalità per essere disposti a perderla. Vedi scritti sulla poesia a cura di Nadia Fusini ed. Feltrinelli economica.

Bodei su Laing: cit. pag.136
La follia è una fuga in cerca di soluzioni, ‘è la strategia che una persona inventa allo scopo di vivere in una situazione in cui non può vivere’. Il malato mentale appare come un esule dall’Essere’, un viaggiatore che si è inoltrato più in territori inesplorati, da cui molti si ritraggono con paura. Perché generalmente ci si nasconde che la vita può essere tremenda, crudele, senza senso, ineffabilmente dolorosa.


Riprendo DePaoli a pag 88, dove parla di condizioni estatiche e visionarie in cui si ha la sensazione che il tempo si fermi.
E che quindi possa esistere l’istante finito.

TOMMASO
sensus iste qui ex figuris accipitur, spiritualis vocatur. il senso che si coglie attraverso le figure si chiamas spirituale Natoli La salvezza senza fede.

Pag 147 Poi ho preso LaCecla: modi bruschi e sono finito sulla storia dei soldati pakistani e indiani che al confine imitano la marcia dell’oca, dimostrando una forza e una capacità di controllo straordinarie.


Lorenz Anello di re salomone
(267)Quando in una calda giornata estiva faccio una nuotata nel Danubio e poi, simile a un coccodrillo nel fango mi stendo sulle verdi rive di un ramo secondario, quasi fiabesco nella sua realtà, del grande fiume, in un paesaggio primordiale in cui manca il minimo richiamo alla civiltà umana, a volte riesco a operare quel miracolo cui tendono come a una meta suprema i più grandi saggi dell’Oriente: senza che mi addormenti, il mio pensiero si dissolve nella natura circostante, il tempo si arresta e non significa più nulla, e quando il sole che tramonta e la frescura serale mi invitano a rincasare non so più se sono passati dei secondi o degli anni. Questo animalesco nirvana costituisce il migliore contrapeso al lavoro intellettuale, ed è un vero balsamo per le molte piaghe che, nella sua corsa affannosa l’uomo moderno porta nell’anima.
Sono molto preso dal libro di Lorenz e dall’urlo che Susi, l’amica cane dell’etologo, ha emesso mentre si lanciava sul topo muschiato, e che non gli ha permesso di raggiungerlo perchè ‘non ha concentrato tutte le energie nella corsa’. (p276)
Questo salutare ritorno al paradiso preumano mi riesce facile in compagnia di una creatura che ne è ancora legittimamente partecipe, cioè di un cane. (268)

Esperienze uniche quelle dei mistici cristiani, ciascuno con la sua idea, la sua più o meno fisica esperienza. Le estasi di Santa Teresa d’Avila sono rappresentate da pittori e scultori per la loro eloquente e magica sensualità. Quelle orientali sono diverse. Ciascuno avrà la sua esperienza ma indicano un cammino per tutti con varie tappe che la mente percorre per raggiungere il divino.
Per me esso è la centratura del corpo rispetto allo spazio entro cui mi muovo, come dentro una sfera quando danzo.

Cioran: ‘Un apolide metafisico’ pag. 248 Conversazioni.

- come considera il ritorno alla normalità dopo l’esperienza estatica? E’ una caduta?

“ La caduta corrisponde ad una diminuzione dell’intensità interiore (la libido di Freud, l’energia di Janet-DeMartino ? – controllare ) . e’ veramente una caduta. La beatitudine dell’estasi è quasi intollerabile. Si ha l’impressione che tutto sia risolto e che il divenire non abbia più senso
Starobinski: ‘L’occhio vivente.’

“L’adeguamento all’insieme cosmico, il fine del desiderio: l’unità dell’io – Hegel – totale presenza che ha assorbito tutte le differenze. Rousseau, l’uomo del desiderio, giunge a non desiderare nè immaginare più niente.” (pag106)

(questa esperienza di Rousseau ricorda molto il nirvana. )

“L’immaginazione si oppone alle menzogne e ai vizi della società costruendo a parte il regno dei tipi perfetti e delle virtù superlative, ma è una rivolta che non spezza alcuna catena, poichè soppianta il mondo ingiusto con l’idea di un’ ‘altra sfera’. Di fatto questo universo chimerico ove la coscienza può godere a proprio agio del ‘piacere di essere causa’, è minato da una debolezza inseparabile dalla propria perfezione, essendo la sua bellezza legata al non essere. ‘cercavo sempre ciò che non era....E’ colpa mia se amo ciò che non è?’ La perfezione del mondo immaginario è sostenuta per intero dallo sforzo dell’io, il quale non può nascondersi indefinitamente come la sua creazione proceda ex nihilo. Le immagini che esso evoca per appagare il suo bisogno di amare sono solo una trappola in cui la sua libertà resta affascinata e alienata (... questo vuoto deve ancora essere colmato, questo niente deve essere negato. L’estasi cosmica, il sentimento dell’esistenza nuda avranno il valore di una negazione della negazione (vissuta nella solitudine) di un ritorno alla pienezza originaria dopo lo sviamento dietro le apparenze illusorie. Er questo occorre una sorta di grazia, si vorrebbe dire un sovrappiù di energia espansiva o un potere di totale abbandono.
L’estasi potrà sentirsi estranea alla legge del tempo ma non sopravvive all’istante che la porta. Che resta allora? Quando la felicità troppo grande svanisce, quando l’immaginazione si indebolisce o si disinganna, lo sguardo cade sul mondo reale. Per non ritrovare l’ostilità crudele degli uomini in rivolta, occorre che l’occhio indugi sull’innocenza degli oggetti naturali, sul bordo dei sentieri, animali familiari, tavola frugale e piccoli piatti cucinati da Theres.
Dopo tutte le estasi giunge sempre il momento in cui Rousseau si abbandona ‘all’impressione degli oggetti ma senza pensare, senza immaginare, senza far altro che sentire la calma e la felicità...’.
(ib.107) DeMartino pag 27

Tra i contenuti del vissuto schizofrenico c’è il vissuto cosmico. E’ la fine del mondo, il crespuscolo degli dei. Una sovversione violenta nel corso della quale il malato ha la parte principale, gli si dispiega davanti. Egli è il centro di tutto il divenire. Si sente ricolmo di compiti giganteschi, di forze possenti. Si rendono efficaci favolose azioni a distanza, attiramenti e repulsioni. Si tratta sempre del ‘tutto’: tutti i popoli della terra, gli uomini, gli dei ecc. l’intera storia delumanità è vissuta unavolta per sempre (mi ricorda la capitolazione secondo Agamben su San Paolo ai Romani.). il malato vive tempi indefiniti, milioni di anni.


Trovo la conferma nell’epilogo di ‘Le Avventure della Dialettica’
Pag.410. Il problema è uscire da sè senza annullarsi nell’altro. Quando, (412 )
“l’altro può dunque essere presente all’io come sua negazione pura. Certo si riconoscono le sue ragioni, gli si concede persino il diritto in assoluto di affermare la propria prospettiva; l’io vi accondiscende anticipatamente. Ma vi accondiscende soltanto: come potrebbe accompagnare l’altro nella sua esistenza? (qui ponty sta accusando Sartre, molto simile a Fichte e al tipo di annullamento che facevo io nei tuoi confronti e in generale) C’è in Sartre una pluralità di soggetti, non c’è l’intersoggettività. A ben guardare, il diritto assoluto che l’io dà all’altro è piuttosto un dovere (Critica di Bartolotto a Kant pro Budda in Illuminismo e illuminazione ed Donzelli): essi non si raggiungono nell’azione, nel relativo e nel probabile, ma solo nei principi, a condizione che l’altro vi si attenga rigorosamente

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