Carchia Mito in pittura pag 11
La lontananza winckelmanniana dagli estremi è il desiderio di una loro compresenza. IL centro o neutro della sua estetica non ha i tratti dell’indifferenza (apatica, ascetica, neo-stoica) ma è il luogo dal quale si originano le differenze.
Esso ha la caratteristica di una superficie marina sotto la cui quiete si agitano le correnti, bellezza è oscillazione, ondeggiamento, scotimento arrestato e sospeso indefinitamente, linea né retta né curva ma ellittica, volta al recupero dell’ideale greco dalla megalopsichià, unbezeichnung,
pag46
classico . dove l’antico è percepito e affermato nella sua discontinuità col nuovo,
Sul paesaggio
55 Rilke: guardare al paesaggio come a qualcosa di lontano ed estraneo, di remoto e astratto che trova in sé la sua compiutezza - questo era necessario se esso, il paesaggio, voleva diventare mezzo e occasione per un’arte autonoma: doveva essere lontano e molto diverso da noi, per diventare nei confronti del nostro destino un paragone liberatore.
57 il referente della pittura non è l’ut pictura poiesis oraziano, cioè un’azione storica, narrazione, abbandono mimesi esemplata dall’agire drammatico,
fine del quadro cornice-palcoscenico. Con la Alpers si può dire: dalla storia recit alla storia naturale, dalla narrazione alla descrizione
Sul ritratto
60: l’approfondimento nella direzione dell’individuale non è il segno di una disgregazione della forma ma la condizione della sua classicità in quanto conquista e specificazione del visibile.
Leg-arte p.33
Una trascendenza equivoca la cui separatezza più che slancio e desiderio, chiede anamnesi e contemplazione.
Carchia:Il mito in pittura pag 66.
IL VERO CLASSICO….
Il vero classico non è: quello in cui l’antico sia di per sé, come tesoro garantito della tradizione, il perennemente valido; bensì: quello in cui l’antico viene riaffermato all’indomani della scoperta della sua perdita.
Carchia Mito in pittura pag 11
La lontananza winckelmanniana dagli estremi è il desiderio di una loro compresenza. IL centro o neutro della sua estetica non ha i tratti dell’indifferenza (apatica, ascetica, neo-stoica) ma è il luogo dal quale si originano le differenze.
Esso ha la caratteristica di una superficie marina sotto la cui quiete si agitano le correnti, bellezza è oscillazione, ondeggiamento, scotimento arrestato e sospeso indefinitamente, linea né retta né curva ma ellittica, volta al recupero dell’ideale greco dalla megalopsichià, unbezeichnung,
pag46
classico . dove l’antico è percepito e affermato nella sua discontinuità col nuovo,
Sul paesaggio
55 Rilke: guardare al paesaggio come a qualcosa di lontano ed estraneo, di remoto e astratto che trova in sé la sua compiutezza - questo era necessario se esso, il paesaggio, voleva diventare mezzo e occasione per un’arte autonoma: doveva essere lontano e molto diverso da noi, per diventare nei confronti del nostro destino un paragone liberatore.
57 il referente della pittura non è l’ut pictura poiesis oraziano, cioè un’azione storica, narrazione, abbandono mimesi esemplata dall’agire drammatico,
fine del quadro cornice-palcoscenico. Con la Alpers si può dire: dalla storia recit alla storia naturale, dalla narrazione alla descrizione
Sul ritratto
60: l’approfondimento nella direzione dell’individuale non è il segno di una disgregazione della forma ma la condizione della sua classicità in quanto conquista e specificazione del visibile.
Leg-arte p.33
Una trascendenza equivoca la cui separatezza più che slancio e desiderio, chiede anamnesi e contemplazione.
Carchia:Il mito in pittura pag 66.
IL VERO CLASSICO….
Il vero classico non è: quello in cui l’antico sia di per sé, come tesoro garantito della tradizione, il perennemente valido; bensì: quello in cui l’antico viene riaffermato all’indomani della scoperta della sua perdita.
domenica 8 febbraio 2009
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