domenica 8 febbraio 2009

mondo romano

Seneca distingue le arti in quattro specie: ‘quelle meschine e volgari, per il divertimento, l’educazione e quelle liberali’ e precisa che ‘le prime sono proprie degli artigiani: esclusivamente manuali servono per la materialità della vita, e in esse non si trova nessuna parvenza di dignità né di decoro’
(in A.Schiavone: La storia spezzata, pag 45)
Penso allo Zen e al rapporto con la manualità per accedere al trascendente.

C.Gallini: Protesta e integrazione nella Roma antica. (ed.Bari 1970)
Pag. 62: esclusione dell’erotismo dall’ambito della vita familiare. Almeno fino a Seneca che afferma che “qualsiasi amore rivolto alla moglie degli altri è turpe, alla propria è eccessivo. L’uomo di senno deve amare la propria sposa con giudizio, non con affetto...nulla è più contaminante che amare la propria moglie come se fosse un’adultera” Per Catone inoltre era diritto del marito uccidere la moglie adultera e del senato di escludere il senatore che in pubblico avesse baciato la propria moglie (pag 93)
Pag. 68-69. Sul ruolo del Senato nel gestire la religione pubblica romana, nel decidere ciò che era ammesso, e sotto controllo ( faceva così parte della religio) e ciò che non lo era (diventava superstitio) esattamente come la Chiesa Romana qualche secolo dopo.

Come Cicerone viene presentato da S.Timpanaro nella intr. al De Divinatione: pag XXIV: era contro Epicuro perchè “il suo appello al piacere come sommo bene avrebbe minato le virtù tradizionali diventando l’ideologia dei nuovi ricchi e invece molto vicino a Teofrasto, discepolo di Aristotele, molto indulgente verso le umane debolezze e i beni terreni, al punto che fu più materialista ed edonista di Epicuro” (pag XXV).
Pag.XXII (
per capire da dove viene il lassismo di noi italiani, o spirito corrotto e l’amoralismo diffuso ecc in Cicerone e nel suo mentore, Timpanaro, ne possiamo vedere un esempio: (pag XXIII): la concretezza della sua mentalità ( non è un caso che sarà maestro dei ‘santi’ Ambrogio e Agostino?) aveva anche un aspetto positivo: ripudio del misticismo stoico tradizionale, attenuazione del rigorismo etico, e ripudio o forti dubbi quanto alla divinazione”
Ma sappiamo, grazie anche a C.Gallini, che divinazione era superstizione quando avveniva fuori il controllo del Senato, se no, era Religio.
C.Ginsburg ne ‘Il filo e le tracce’ (p.88) riporta le parole di Polibio citate da La Mothe LeVayer (libertino del 1700):
‘la superstizione condannata presso tutti gli altri popoli era considerata dal popolo romano una virtù. Se fosse possibile formare uno Stato composto da uomini saggi e virtuosi dobbiamo riconoscere che queste opinioni immaginarie sugli Dei e gli Inferi sarebbero del tutto inutili. Ma dato che non esistono stati in cui il popolo sia diverso da quello che vediamo, incline a ogni sorta di azioni sregolate e malvage, dobbiamo servirci per tenerlo a freno dei timori immaginari suscitati dalla nostra religione’

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