domenica 8 febbraio 2009

felicità

M.W. Roche: Dinamic Stillness citato in Natoli sulla Felicità pag. 70 e si cita Agostino delle Confessioni su Dio: sempre agens e semper quietus.
Nel piacere il movimento per un verso raggiunge la sua massima accellerazione, per l’altro entra appunto nella quiete. Tutto ciò non è suscettibile di calcolo, non è possibile cogliere il punto di differenza, l’intervallo tra il movimento e la quiete (...)nello scarto tra il culminare e lo spegnersi accade l’eccesso e l’eccedere coincide con lo sconfinare,( direi con Ferry, con il tracciare nuovi confini e l’allargamento dei vecchi. ). Ora dello sconfinare si ha indubbiamente esperienza, ma non se ne possono misurare i limiti. Esso è certamente un dato di coscienza, ma di esso non si può avere conoscenza, o quantomeno non rientra in quella modalità del conoscere che domina il suo oggetto perchè lo possiede (interamente) e perciò poco somiglia a quella pratica adusa a demarcare, porre confini..(...)l’abolizione della distanza che si ha nel piacere non toglie il limite, ove lo sforzo di risolversi nell’altro fa riemergere l’altro come alterità irriducibile.
In genere gli uomini si sentono felici quando ottengono l’oggetto del loro desiderio.in questo senso avrebbero ragione coloro che fanno coincidere la felicità con il divenire comple



Natoli. Felicità e morte pag 77 si tratta di un legame simbolico, ove l’indifferenza alla morte è indice di sazietà, di perfezione raggiunta. La felicità, in quanto realizzazione piena non vuole ulteriorità caso mai vuole durata, che è altra cosa. Si tratta di espandere l’attimo ed evitare che cada (...) quando si rientra nel flusso della vita, la perfezione dell’attimo è perduta: si torna ad essere incompleti. Non è un caso che nel melodramma gli amanti muoiono, così il loro amore perfetto dura in eterno.



76 (sulla felicità di Elettra
Sofocle nell’Elettra presenta una donna immersa immersa nell’afflizione, tormentata dal più crudo dolore per la morte del padre e del fratello ritenuto anch’egli morto. Ma nonostante questo o forse proprio per questo, all’apparizione di Oreste è presa da una gioia palpitante. Il fratello se ne accorge e onde evitare di mettere a repentaglio il proprio disegno, vuol porre un freno alla felicità della sorella: nel contempo vorrebbe che essa potesse avere corso perchè egli stesso è toccato dalla medesima felicità Natoli Felicità pag 72: l’intrattenersi con i fantasmi del desiderio alimenta una sorta di soddisfazione secondaria (vedi Agostino in Natoli ma non ricordo dove, l’ho fatto fare ai ragazzi, sul piacere mentale, qualcosa del genre) che certo è meno intensa di quella che scaturisce dall’istantaneità del piacere (non sono d’accordo, dipende, qualche volta lo è meno qualche volta lo è più, una sega riuscita piò essere più intensamente piacevole di una scopata poco interessante.)
Natoli Felicità pag 72-73
L’immaginazione colloca la felicità normalmente al passato o al futuro poichè in senso stretto essa non può essere pensata temporalmente. Se così fosse la si associerebbe in modo inevitabile a ciò che trapassa e questo ne cancellerebbe l’esperienza di pienezza. La felicità si ritiene non possa appartenere a un presente che scorre e si consuma.

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