domenica 8 febbraio 2009

Lett.Italiana.900

(I.Silone.) Il pretore di Pescina condanna una povera vecchia, azzannata dal cane del signorotto locale che è difeso dal migliore avvocato (di sinistra, sic), a pagare le spese processuali. Il giudice del Segreto di Luca si richiama a questa figura, ed ha appesa una insegna con la scritta: ‘La forma è tutto’


Il valore dell’immaginazione lo ricorda bene Moretti quando scrive nella poesia A Cesena: il sogno che m

Gadda non mi ha mai fatto simpatia, Don Gonzalo, aristocratico cattolico, che non crede nel governo parlamentare borghese, nella civilà della chiacchiera che non prende decisioni, un misto di Carl Schmitt e de Maistre; il prode don Gonzalo, in groppa alla sua pigrizia, si rappresenta orgogliosamente come colui che ha capito la realtà com’è fatta.

Interessante mi sembrava l’analogia con il racconto di Pin da solo nel bosco, con l’amico Lupo Rosso capobanda partigiano che aveva da pensare all’idea antifascista che non a lui.
E come tutte le forme del bosco diventavano mostri situazioni negative in agguato. L’angoscia.
Critica di Pasolini alla ‘lettera a una professoressa’ di Don Milani, il quale ricorda agli studenti il libro di Marcuse: Eros e Civiltà dopo il quale non possono considerare il tabù sessuale come unica e sola possibilità di progresso della civiltà. E in cui specifica la differenza abissale tra il richiamo alla natura e alla cultura contadina di Mao rispetto alla quale la loro rimane particolarista e parziale. Interessante la critica agli studenti sui loro giudizi sulla bruttezza della traduzione del Monti dell’Iliade o del Caro dell’Eneide, “quando invece sono bellissime. Cioè sono belle in un dato modo complicato, sono due opere di grandi manieristi, e anche il manierismo è un’espressione d’arte e di poesia. (la pittura di Grandi, l’amico di Marco, che ha esposto a palazzo ... contemporaneamente alla mostra sull’arte spagnola, può essere bella in questo senso, come manierismo a tinte espressioniste, arte dello spazio, atemporale, ben idonea a rappresentare questa società senza tempo nella quale viviamo. Simile a quell’altra pittura, apprezzata da Gaetano Cipolla di ... dal titolo significativo: senza soggetto. Haimè, quello spettatore neutrale auspicato da Marcuse (in Critica e Società, il saggio sul liberalismo) diventa il fuori del soggetto di certa arte contemporanea, quella che va per la maggiore in Italia e a Palermo in particolare, arte senza corpo.
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A CESENA
DI MARINO MORETTI.
SCRITTA NEL 1916
Un commento:

- Piove. E’ mercoledì. Sono a Cesena,
ospite della mia sorella sposa,
sposa da sei, da sette mesi appena. -

Il poeta precisa il luogo dove si trova, ma ripete anche che la sorella si è sposata da appena sette mesi.

- Batte la pioggia il grigio borgo, lava
La faccia della casa senza posa,
schiuma a piè delle gronde come bava. -

Sembra un’epifania, con la presenza del poeta, il quale non solo coglie estaticamente un momento della sua esistenza, lo ricorda al punto da darcene una descrizione precisa: la pioggia la casa e le grondaie che schiumano di pioggia come bava, immagine che trovo intrigante anche se il termine bava è riduttivo, ma coincide con un momento di disagio (estaticamente trasfigurato), per questo forse ‘bava’ ricorda qualcosa del verme che striscia o della bava alla bocca, qualcosa di ributtante.
D’altronde quella casa dentro la quale si trova il poeta non gli comunica granchè di buono.
Sulla poesia A Cesena di Moretti, la mia lettura del fratello scrittore che fa visita a lla sorella sposata da otto mesi sarà più disponibile a comprendere l’umorismo amaro dello scrittore,

si può considerare l’umorismo come l’unico strumento disponibile per convivere serenamente con la tragicità della vita.
Vigolo intr. al Belli. Opere, Meridiani.
Si sente che in quela condizione miserabile e quasi di animalità, la parola resta una delle poche consolazioni dell’uomo e forse la sua sola liberazione; poichè in fondo l’unica libertà che quel basso popolo conosceva era la libertà del linguaggio spregiudicato, più spesso sconcio e blasfemo, infiammato dal vino come nei poeti, nel quale sfogava i suoi dolori, le sue ire, la sua carnalità e tutta la veemenza dei suoi sensi meridionali in una immediatezza quasi corporea. (24)
Il belli fu l’intermediario che dalla borghesia andò, nella Roma Papale, alla riecerca ed esplorazione dell’infimo strato popolare; si fece per così dire ‘coscienza’ di quella natura, ma fino al punto in cui l’elemento conscio non alterasse lo stato naturale del suo oggetto, ma prestasse la luce necessaria

Nella dissoluzione di un mondo ritenuto ideale, mel crollo dei suoi valori e della sua retorica, la poesia rinasce dalla prosa: ritrovare la poeticità del vero dentro la prosa più prosaica come un ideale scaturito dala terra, e quasi il canto e il pianto delle cose più infime: lacrimae rerum, ma anche il loro ditirambo. (...) in contrapposizione alla scipita cifra di temperanza nella rappresentazione del costume degli scrittori alla moda. (26)

42-43 la cui enorme comicità deriva dal fatto che nessuno, pure mettendoti sotto gli occhi dei corpi, e quali corpi, in ogni genere di accezione, nessuno ha mai contemporaneamente tanto tenuto d’occhio l’anima, l’oltremondo, i miracoli e i sacramenti. (...) astrazione e concretezza.
Il sublime capovolto nel Belli, secondo l’indicazione di Bergson sul comico,sospensione del tempo, in un’immagine che riesce a comunicarci la presenza dell’evento fermato-reso eterno, dalle parole.
(pag47intr al Belli)









Interessante mi sembrava l’analogia con il racconto di Pin da solo nel bosco, con l’amico Lupo Rosso capobanda partigiano che aveva da pensare all’idea antifascista che non a lui.




Dicevo fino a poco fa ero abbastanza triste. Ho deciso di farmi una canna comunque. Tanto, non avevo granchè da perdere. Il fine pomeriggio da solo. Con poca voglia di leggere. Dopo che ho letto gli unici articoli di Buzzati sull’arte contemporanea, e ne avrei letti ancora. Ma nella collezione ‘i meridiani’ ne hanno scelto solo pochissimi. Poi ho continuato Eliade il terzo volume. Molto molto deludente.

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